Lunedì 3 aprile, al Teatro Arena del Sole, noi ragazzɜ della classe 3B del Liceo Scientifico Righi, abbiamo incontrato la regista e produttrice australiana Samara Hersch, per discutere in merito al suo prossimo spettacolo, intitolato Body of Knowledge. La nostra classe ha infatti iniziato un percorso partecipato nell’ambito del progetto Fuori!: ci stiamo trasformando in una redazione che approfondirà i temi trattati nella performance di Samara Hersch come il corpo, la sessualità, le barriere generazionali.
Durante l’incontro con Samara abbiamo avuto l’opportunità di porle alcune domande per conoscere meglio lei e il suo progetto artistico.
Come ti sei interessata al tema delle barriere tra generazioni?
Mi sono appassionata a questo tema lavorando a teatro con gli anziani, soprattutto con anziani non stereotipati. Se pensiamo al fatto che tuttɜ prima o poi invecchieremo, ci rendiamo conto di quanta diversità ci sia tra le persone anziane. Mi sono così interessata a cosa vuol dire crescere e invecchiare in modi diversi e quindi ho voluto iniziare a rappresentare questa diversità. Per quanto riguarda l’adolescenza ho iniziato dalla mia esperienza di teenager, guardando indietro a come mi sentivo a quell’età, a cosa stavo imparando o non stavo imparando, com’era il rapporto con il mio corpo e cosa mancava, quali conversazioni non stavo avendo. Poi ho iniziato a pensare ai modi in cui la performance e il teatro potessero rispondere a quelle mancanze.
Come funziona il meccanismo della performance Body of Knowledge?
Nei prossimi mesi faremo dei laboratori guidati da me, Donatella Allegro, Nico Guerzoni e Giulia Quadrelli insieme a un gruppo di adolescenti per lavorare sulle domande che vorranno porre, tramite una telefonata, alle persone adulte presenti in sala i giorni della performance. All’inizio della performance lɜ adultɜ entreranno nel teatro a piccoli gruppi. Verrà dato loro un telefono che terranno per tutta la durata della performance. Poi si siederanno sul palco in cerchio e i telefoni inizieranno a squillare. Si siederanno sul palco, in cerchio, e i loro telefoni inizieranno a squillare. All’altro capo di ogni telefono un adolescente diversə, prontə a porre domande e iniziare una conversazioni con questə adultə che non conosce e non incontrerà mai. L’adolescente darà anche indicazioni su come l’adultə dovrà riarrangiare lo spazio in cui si trova, su azioni da fare, come mangiare dei popcorn, prendere una birra, così da ricreare uno spazio a misura di adolescente.
In quanti e quali modi si può interpretare il tuo spettacolo?
Credo che ognunə viva un’esperienza diversa dello spettacolo e ci sono vari modi per interpretarlo. È più che altro un incontro e si basa su ció che può succedere quando ci si apre a una conversazione con qualcunə che appartiene a un’altra generazione.
L’esperienza della performance dipende dalla conversazione che avrai e la persona che incontrerai all’altro capo del telefono. Per ognunə è diverso. Tutto avviene attraverso il telefono, le due persone non si incontrano mai. Questo aiuta ad ascoltarsi, senza pregiudizi legati alla percezione del corpo dell’altrə, a sentirsi più liberɜanche di porre domande più scomode.
Lo spettacolo si chiama Body of Knowledge. Tu conosci il tuo corpo?
Tuttɜ hanno una relazione che progredisce con il proprio corpo. Io vedo il corpo come un archivio: nel nostro corpo ci sono tutte le varie versioni di noi stessɜ, siamo multiplɜ e fluidɜ.La relazione con il nostro corpo è un costante dialogo, la cosa più importante è ascoltarsi e non dare il nostro corpo per scontato.
Come vivevi gli argomenti legati al corpo e alla sessualità alla nostra età?
Molto malte, non li affrontavo proprio! Ho frequentato un collegio religioso in Australia e avevamo un solo corso, non particolarmente ben insegnato, di educazione sessuale, ovviamente basato su canoni eteronormati. Forse eravamo anche troppo giovani quando avevamo questo corso e quindi nel momento in cui iniziavamo ad avere effettivamente le prime esperienze sessuali avevamo già dimenticato quelle poche cose che ci avevano insegnato. Penso anche che quello che si dovrebbe imparare sul proprio corpo non è solo legato a tematiche sessuali ma anche a come accetti il tuo corpo, a come esprimi te stessəattraverso di esso, come ti rapporti al cambiamento.
Pensi che la sessualità delle persone e il discorso intorno ad essa si sia evoluto con le nuove generazioni?
Forse sì, il discorso attorno alla sessualità può evolversi da una generazione all’altra. Una grande differenza è data da Internet che permette di avere accesso a maggiori informazioni. Ma questo può anche essere spaventoso perchè si fa fatica a navigare questo mare di informazioni. Quello che mi piace di Body of Knowledge è che una diretta conversazione con qualcuno può dare prospettive diverse con diverse sfumature. In ogni caso trovo incredibile che in ogni luogo del mondo in cui ho portato questo spettacolo mi venga detto che c’è ancora grande mancanza di un’educazione sessuale di qualità.
Quanto possono imparare gli adulti dai giovani e viceversa?
Tantissimo! Sicuramente io sto imparando molto dalla vostra generazione, quando lavoro con voi. In ogni caso penso che l’apprendimento reciproco sia più legato alle esperienze individuali di ciascuno che all’età. Ogni individuo, in base alle esperienze vissute, a prescindere dall’età, ha una prospettiva diversa sulle cose che è interessante condividere. A volte sembra esserci paura o cinismo nell’approcciarsi a persone di una generazione diversa. Adultɜ possono pensare che le persone più giovani siano arroganti o irrispettose e giovani possono ritenere lɜ adultɜ persone noiose o all’antica. Sarebbe bello che questa distanza potesse rimpicciolirsi. A volte lɜ giovani percepiscono che le persone più adulte impongono la loro opinione e non rimane abbastanza spazio per loro per poter scoprire le cose autonomamente. Forse come adultɜ dovremmo lasciare più spazio di sperimentazione e scoperta, so che è difficile!
Quale consiglio daresti ai giovani o agli adulti che si approcciano a partecipare al tuo spettacolo?
Sicuramente quello di sospendere il giudizio, provare a non avere pregiudizi rispetto all’altra persona, non giudicare troppo in fretta e semplicemente approcciarsi al dialogo con molta curiosità.
A conclusione di queste domande e approfondimenti sulla visione di Samara, l’artista si è interessata a noi, chiedendoci di presentarci e di rispondere alla domanda “cosa vorresti chiedere a una persona adulta?”. Alcunɜ di noi chiederebbero consigli, altrɜ aneddoti, altrɜinvece sono statɜ spiazzatɜ dalla domanda e non hanno saputo rispondere. Come ci ha confermato Samara, questa è una domanda difficile, che ci coglie alla sprovvista e ci stupisce.
Vi lasciamo con questa riflessione, carɜ lettorɜ.
Buona fortuna a rispondere.